perito agrario

Il perito agrario lavorativamente parlando può esser definito come un consulente aziendale.

Si trova infatti a svolgere varie mansioni anche molto differenti fra di loro in campo zootecnico e per le aziende agrarie al fine di apportare nuove tecnologie e metodi di approccio al lavoro in azienda.

Le piccole e medie aziende beneficiano dal lavoro svolto da questa figura nella commercializzazione dei prodotti agrari.

Ma come dicevamo il suo lavoro non si limita a questo e oggi siamo qui per scoprire di più riguardo questa figura professionale!

Cosa fa un perito agrario e quali sono le competenze tecniche da possedere

Il perito agrario viene definito da tutti come un consulente aziendale, quindi come una figura operante in un’azienda agraria che cerca di perseguire gli obiettivi aziendali tramite tecniche e consigli più o meno utili che possono esser dati. Ma nel concreto cosa fa?

Vediamolo insieme:

  • Gestisce le aziende occupandosi delle consulenze fiscali.
  • Limitatamente alle medie aziende si occupa anche del lato amministrativo con la redazione dei bilanci.
  • Si occupa nelle aziende delle lavorazioni catastali e dell’archiviazione dei dati raccolti presso il catasto urbano.
  • Entra in gioco anche nella progettazione, nella direzione e nella manutenzione dei fondi posseduti, così come di giardini e qualsiasi spazio verde presente in azienda.
  • Stima e divide i fondi rustici delle aziende in campo agrario e zootecnico ai fini fiscali.
  • Gestisce le colture e gli allevamenti per migliorarne i prodotti agrari e zootecnici.

Come si diventa periti agrari

Il percorso per diventare dei periti agrari non è dei più scontati e nella maggior parte dei casi non può essere intrapreso in età avanzata.

Le competenze, così come le mansioni che si trova a svolgere in azienda sono delle più varie. Naturalmente, deve iniziare ad assimilarle fin da subito. Esistono, infatti, istituti tecnici superiori come l’agrario in cui si trattano tutte le materie d’interesse per la formazione di un perito agrario, oltre le normali materie di studio di un istituto superiore.

Lo studio della gestione di azienda, delle tipologie di colture e di rotazioni attuabili e la chimica agraria, sono studi fondamentali per l’inizializzazione nel settore.

Dopo il conseguimento del diploma sarà possibile diventare dipendenti aziendali fin da subito, oppure si potrà percorrere la strada da libero professionista.

Nel secondo caso bisognerà però prima di tutto svolgere un tirocinio della durata minima di 2 anni presso un perito agrario riconosciuto e iscritto all’albo dei periti agrari da più di 5 anni.

Dopodiché sarà possibile sostenere l’esame di abilitazione al mestiere e, infine, rendere il tutto ufficiale con la conseguente iscrizione all’albo dei periti agrari.

Al fine di continuare a esercitare questa professione, dal momento dell’iscrizione all’albo, il professionista sarà tenuto a sostenere di anno in anno dei corsi di aggiornamento che rilascino crediti formativi, dei punti riconosciuti dal CNPAPAL (Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati). Solo conseguendone 30 in tre anni sarà possibile rinnovare la propria iscrizione a questo albo.

Come si diventa periti agrari laureati

Per chi volesse proseguire i propri studi, non sentendosi ancora pronto a lavorare nel settore (per competenze o per maturità raggiunta), sarà possibile ricorrere ad un percorso universitario come:

  • Scienze e tecnologie agrarie o forestali.
  • Architettura (con specializzazione in paesaggistica e ambiente).
  • Medicina veterinaria.

Dopo la laurea sarà comunque necessario il sostenimento dell’esame e l’iscrizione all’albo, così come dei corsi accreditati per periti agrari per il conseguimento dei crediti formativi professionali.

Redazione
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